giovedì 27 ottobre 2011

Riflessioni notturne: il "piccolo" cuoco di Varazze

Questa notte non è la fame a tenermi sveglia. E' lo stomaco che brucia.
Come quando qualcuno ti delude e non te lo sai spiegare.
Oggi è andata proprio così: qualcuno in cui avevo creduto e nel quale avevo riposto la mia fiducia si è dimenticato di questo patto. Perchè la fiducia è un patto. E come tale deve essere onorato e rispettato.
Mi sto torturando nel tenativo di capire dove e quando ho sbagliato?
Non dovrei preoccuparmene così! si tratta di un "banale" rapporto di lavoro in fondo e non di una relazione personale...
Temo che per me non vi sia differenza. Quando sto con le persone, ci sono. Tutta. Non lascio fuori pezzi. Se mi fido, la fiducia ha il mio nome e cognome. La fiducia è data, per sempre. Se è con riserva, allora ha un altro nome. Nelle relazioni c'è un atto, che per me sancisce l'alleanza ed è: la condivisione della tavola.
Con queste persone io ho condiviso non una ma più volte il cibo. In Italia e all'estero.
Sempre dentro case umide e sovraffollate. Sempre con grande allegria e sempre perchè, qualcuno, aveva l'incarico di occuparsi degli altri. Di farli sentire a casa.
Nel cuore e nei sensi tutti, ricordo in particolare un meraviglioso cosciotto di pollo al forno.
Ancora mi è oscura la ricetta ahimè, ma temo che anche se l'avessi scritta e cucinato...
non avrebbe mai tutto quel gusto!!
In quel pollo, rosolato alla perfezione ma con la carne ancora tenera e nemmeno l'ombra di una bruciatura, c'era tutta la delicatezza di Marco che ce ne aveva fatto dono.
Marco: un giovane studente di medicina, con le mani da lavoratore e l'animo di nonno.
Gli altri seguivano i workshop, lui silenzioso e concentrato, nella fredda cucina di Varazze, sceglieva, comprava e preparava pranzo e cena per 25 commensali molto giovani (sottoscritta a parte) e molto affamati. Capii subito la generosità di questo uomo. Amai subito il suo farsi leggero.
Perchè poi, non sono la capacita e il coraggio di "essere piccoli" che ci rende grandi?
Dopo alcuni mesi venni a sapere che Marco era stato eletto Presidente della sua organizzazione; il mio commento fu semplice: Bravi! avete scelto bene. Uno che sa cucinare per gli altri saprà avere la stessa cura per ogni persona.
Questo ricordo così saldo e nitido in me mi riporta alla delusione e improvvisamente alla comprensione del mio errore: non ho mai cucinato per loro. 

Non ho saputo dire, nel gesto semplice di un pranzo preparato, che loro, ognuno di loro, mi stava a cuore.
Spero di averne ancora l'occasione.

Mammamausullaterrazzadivarazze


2 commenti:

  1. perchè tua sai essere empatica anche via web!
    ...o ti rattrista che io non abbia la ricetta del cosciotto di pollo??
    mammamau

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